Lui & Lei
spritz e camporella


01.07.2025 |
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"Un dito ti sfiora il perineo e s'insinua tra le labbra: lo spingo a fondo senza smettere di leccare, muovo il dito dentro di te..."
Non so neanche come mai hai accettato l’invito, ma sono qui che ti aspetto nel parcheggio del bar. Fa caldo, ho messo dei pantaloni in tessuto leggero e una maglietta chiara. Controllo il cellulare: niente messaggi, sei in ritardo, forse hai cambiato idea all’ultimo momento e non hai avuto il coraggio di dirmelo.Scuoto appena la testa. Cinque minuti di ritardo e stai guidando, è presto per pensare a un pacco.
Una 500 blu cielo entra nel parcheggio; dal finestrino aperto vedo i tuoi ricci castani e gli occhiali da sole.
Aspetto che tu scenda: hai un vestito estivo con una gonna appena sopra il ginocchio. Ti vengo incontro con passo deciso e il mio sorriso migliore. «Ciao Sabrina», sposto un ricciolo dalla tua guancia con le dita e ci appoggio un bacetto casto. «È bello finalmente vederti dal vivo, prendiamo qualcosa da bere?»
Mi sorridi un po' in imbarazzo e annuisci. Il rossetto esalta le tue labbra, ti bacerei ora, ma meglio non forzare i tempi.
Entriamo. «Cosa prendi?»
«Spritz.»
«Scegli un tavolo, io ordino.»
Alzo il flute. «Che ne dici di brindare alla passione per gli anime?»
«Va bene... e a nessun'altra passione?» aggiungi con uno sguardo ammiccante.
Mi cogli alla provvista e sospiro, so a cosa pensi. «Non guardare il bicchiere durante il brindisi», ti sorrido.
Aggrotti la fronte. «Perché?»
«In Spagna dicono che se guardi i bicchieri sono sette anni senza sesso.»
Ridi e, con lo sguardo fisso nel mio, fai tintinnare il bicchiere.
Prendiamo un sorso, i miei occhi ammirano come le tue labbra si appoggiano al bicchiere. Te ne accorgi.
Prendo il cappello. «Posso?» Te lo sfilo.
«Ti confesso che sto invidiando il bicchiere.»
Sorridi e prendi un altro sorso. Deglutisci e ti lecchi le labbra.
Deglutisco anch'io.
Ti accarezzo la guancia e mi avvicino un po', ma tu scuoti appena la testa.
«Non correre troppo, Leonardo.»
«La fai facile; tu non sai quanto ti trovo sexy, e ti diverti a stuzzicarmi.»
«Sì, mi diverto, ma prima finiamo il prosecco», e lo porti alla bocca con lentezza.
Sorrido, scuoto appena la testa e prendo un sorso.
«Mi vuoi cuocere a fuoco lento?»
Prendi un sorso anche tu, ti avvicini al mio orecchio. «Devi scoppiare dalla voglia.»
Sospiro e abbasso la testa. Avessi i jeans sarebbero già diventati troppo stretti.
Ti guardo negli occhi. «Sto già scoppiando.»
Mi fai un mezzo sorriso e porti di nuovo il flute alle labbra. Sorseggi piano, poggi il bicchiere e abbassi lo sguardo ai miei pantaloni.
Riporti gli occhi nei miei. «Vedo.» Ti lecchi le labbra.
Finisco il mio prosecco. «Intanto pago; non vuoi altro, vero?»
Ridacchi. «No, dal bar sono a posto.»
Sospiro e vado al banco.
Mi volto e ti trovo in piedi che cammini verso il banco mostrando il flute vuoto. Mi guardi, arrivi a un palmo da me e poggi il bicchiere sul banco. «Andiamo.»
Ti seguo, mi affianco appena fuori. «Sapevo che eri sexy, ma hai superato le aspettative, sai?»
Non mi guardi. «Qual è la tua auto?»
«La CHR blu.»
La individui e cammini decisa.
A un passo dall'auto ti fermo prendendoti un braccio. Ti accarezzo i capelli e ti bacio.
Non mi fermi stavolta. Dischiudi appena le labbra e le lingue si cercano, si sfiorano e iniziano a danzare.
Non resisto alla tentazione di metterti una mano sul culo; ti stringo a me, e l'erezione spinge sul tuo clitoride.
Stacco la bocca dalla tua, ti sfioro l'orecchio con la lingua e sussurro: «Mi fai venir voglia di appartarci come adolescenti.»
Ti stacchi e fai il giro dell'auto. «Conosco il posto adatto.»
Apro e mi fiondo in auto, ti apro lo sportello e accendo mentre sali.
«Dimmi dove andare.»
Ridi. «Hai fretta, eh?!» e mi stringi il cazzo da sopra i pantaloni.
Esco dal parcheggio. «Sì, mi hai mandato la voglia alle stelle.»
Mi indichi la strada. Appena messa la quarta, ti metto una mano sulla coscia; la faccio scorrere verso l'alto per scoprirla.
Le dita percorrono l'interno coscia fino all'inguine.
Mi massaggi il cazzo. «È proprio duro, eh?!»
«Merito tuo», sfioro il bordo delle mutandine.
Sposto le dita sulle labbra, sei bagnata. «Non sono l'unico a essere eccitato, mi pare.»
Sospiro e sposto le mutandine di lato; poggio il medio tra le labbra su tutta la lunghezza e inizio a massaggiare.
Ansimi. «Prendi la prossima strada sterrata.»
Slacci i pantaloni e infili la mano nelle mutande.
«Non sono l'unico impaziente, a quanto pare.»
«Stai zitto e vedi di non schizzare nei pantaloni», mi massaggi con decisione.
Ansimo, vedo la stradina e svolto; spingo un dito dentro di te. Lanci un urletto.
Cerco un punto spugnoso e lo massaggio con decisione; la tua mano risponde al mio massaggio, sembra quasi che tu voglia sfidarmi a resistere.
Vedo uno slargo riparato tra gli alberi. «È quello il posto?»
Apri gli occhi e annuisci.
Mi fermo e mi avvento a baciarti; rispondi ai baci e continui a massaggiarmi il cazzo.
Ti sfilo le mutandine, abbasso la spallina del vestitino e mi chino a succhiarti il seno; prendo il capezzolo tra i denti e ci gioco con la lingua.
Mi stacco. «Andiamo sul sedile dietro.»
Mi guardi con le pupille dilatate dall’eccitazione. «Sì, andiamo.»
Scendo e sposto il sedile tutto avanti; saliamo dietro.
Mi abbasso a baciarti una coscia; salgo e intanto sollevo il vestito.
Ti bacio il clitoride e faccio salire ancora il vestito; una mano si posa sul seno.
Passo la lingua tra le labbra per tutta la lunghezza; a ogni leccata affondo un po' di più.
Le dita ti massaggiano il capezzolo; la lingua si sofferma sul clitoride e ci disegna cerchietti e piccole croci.
Un dito ti sfiora il perineo e s'insinua tra le labbra: lo spingo a fondo senza smettere di leccare, muovo il dito dentro di te.
La lingua si muove veloce sul clitoride, un secondo dito entra; ti massaggio l'interno e continuo a leccare.
Ansimi; il tuo addome si contrae al ritmo dei respiri. Non ti do tregua.
Le tue mani cercano appigli sui sedili, si muovono incontrollate e afferrano la mia camicia.
La lingua vibra e urli il tuo piacere mentre io continuo per prolungarti l'orgasmo. Raccolgo i tuoi umori dolciastri con la lingua, mentre mi spingi via la testa.
Mi stacco , ti guardo ansimare con gli occhi socchiusi. Mi siedo e ti faccio appoggiare con la testa sul mio petto a riprendere fiato.
Ti poso un bacio sulla fronte. «Tutto bene?»
«Benissimo», alzi lo sguardo. «Ma tu?»
Alzo le spalle. «Il tuo piacere è il mio piacere.»
Poggi una mano sul mio cazzo ancora duro. «Lui non sembra appagato.»
Ridacchio.
…. Continua. (se volete)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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